Gli agrumi fanno bene o fanno male alla prostata?


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Cos’è la prostata
La prostata è certamente una delle ghiandole più importanti del corpo maschile e, seppur sia nota, non lo sono altrettanto alcune delle sue caratteristiche, come per esempio la sua delicatezza e forte suscettibilità a infezioni o irritazioni. L’alimentazione, infatti, può giocare un ruolo fondamentale sulla salute della prostata, ed è per questa motivazione che sarà importante assumere, o evitare, determinati alimenti, specialmente se si soffre di alcune patologie specifiche a carico di questa ghiandola.
Una delle domande più ricorrenti nel campo dell’alimentazione e salute della prostata è certamente quella sugli agrumi: fanno bene o fanno male alla prostata? Può sembrare una domanda banale, o dai riscontri di poco conto, ma in verità non è da sottovalutare, in quanto la prostata stessa non solo è una ghiandola delicata, bensì è anche in una posizione altrettanto delicata. In questo articolo andremo ad approfondire se gli agrumi possono avere effetti benefici, oppure no, sulla prostata maschile.
La prostatite e l’assunzione degli agrumi
Come precedentemente accennato, la prostata è una ghiandola piuttosto delicata molto spesso soggetta a infiammazioni e irritazioni di varia natura, incorrendo spesso in alcune infezioni appartenenti al tratto urinario. Specialmente se si soffre di prostatite, sarà necessario prestare attenzione agli elementi che si consumano, e tra questi ultimi bisognerà porre un occhio di riguardo sugli agrumi.
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Gli agrumi sono composti da diversi aspetti che, tra loro, possono essere anche piuttosto discordanti: per esempio, la forte presenza di vitamina C è assolutamente consigliata in caso di problematiche legate alla prostata, oltre che essere benefica anche per moltissimi altri disturbi, di conseguenza viene spesso consigliata e assunta attraverso diversi altri alimenti, come ad esempio negli spinaci. La vera problematica non è dunque l’assunzione, o meno, degli agrumi: bensì sarà fondamentale prestare attenzione a come verranno consumati.
La spremuta stessa d’arancia, seppur venga ritenuta un vero e proprio alimento ideale per rafforzare le difese immunitarie, in verità, oltre a essere molto acido, è altresì ricchissimo di zuccheri che possono essere assorbiti, mentre il consumo dell’arancio intero ne presenterà molti di meno poiché è ancora presente la fibra.
Altri consigli alimentari in caso di prostatite
Oltre agli agrumi, sono anche altri gli alimenti su cui prestare molta attenzione prima di consumarli, al fine di evitare aggravamenti e disturbi fisici che andranno a irritare inevitabilmente la prostata oppure peggiorandone le infezioni già esistenti in corso.
Sarà importante evitare di assumere tutti quei cibi che vengono definiti, per antonomasia, come irritanti per il corpo intero, in particolar modo per l’intestino e la vescica. Tra questi, i principali alimenti infiammanti sono il caffé, i cibi piccanti, l’alcol, i cibi molto speziati, i condimenti, i cibi fritti, i grassi, gli insaccati e, infine, anche la carne rossa.
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Se alcuni cibi possono peggiorare la situazione della prostatite, molti altri potranno invece migliorarla e aiutare l’organismo a stare meglio. Tra questi cibi portentosi troviamo quelli ricchi di vitamina C, come gli agrumi e alcune verdure, le carote (poiché ricche di licopene), gli alimenti ricchi di zinco e, in generale, la maggior parte delle verdure poiché ricche di sali minerali e vitamine.
Per concludere, gli agrumi possono avere un effetto benefico sulla prostata esclusivamente se assunti come frutti interi, anziché sotto formato liquido, e sarà fondamentale curare la propria alimentazione, scegliendo consapevolmente i cibi che si consumano, per poter trarne i migliori benefici possibili e rendersi più propensi al consumo di alimenti buoni che potranno non solo migliorare la salute della prostata, bensì anche migliorare l’intero organismo.
Ma quindi gli agrumi fanno bene alla prostata?
La risposta definitiva è: sì! Ma solamente se consumati come frutti interi, anziché spremuti. A prescindere da ciò, i succhi di agrumi non dovranno essere totalmente demonizzati: semplicemente, basterà ridurne il consumo e non farla diventare un’abitudine giornaliera che, alla lunga, potrebbe non solo peggiorare le problematiche già esistenti bensì crearne delle nuove.
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