Tumore prostata: cause, sintomi, diagnosi e trattamenti

Tumore prostata: cause, sintomi, diagnosi e trattamenti

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tumore prostata

La prostata è un ghiandola presente nell’apparato genitale, grande come una castagna posizionata sopra la vescica, davanti al retto e circondata dall’uretra. La ghiandola prostatica è influenzata dagli ormoni ed ha una funzione  importantissima per la riproduzione e per la produzione di liquido seminale. Quando le cellule all’interno della prostata crescono in modo incontrollato e anomalo si arriva ad avere il tumore alla prostata.

Che cos’è il tumore della prostata

Il carcinoma prostatico è il tumore più frequente nella popolazione maschile, e colpisce prevalentemente gli uomini dopo i cinquanta/sessant’anni. Ogni anno nel nostro Paese vengono diagnosticati circa 45mila casi, di cui la maggior parte può essere curata se diagnosticata tempestivamente. Infatti, questa forma neoplastica ha un’evoluzione molto lenta che copre un arco di tempo compreso tra dieci e vent’anni, e pertanto può essere trattata in vario modo e consentire anche una completa guarigione.

Secondo le più recenti linee guida, quasi tutti gli uomini di età superiore agli ottant’anni presentano un piccolo focolaio di tumore alla prostata; trattandosi comunque di forme poco aggressive, esse rimangono confinate all’organo senza degenerare.

Strategie cliniche per affrontare il carcinoma prostatico

Questo significa che la maggior parte dei pazienti può convivere con la patologia per molti anni, anche senza sottoporsi a nessun trattamento, si parla in questi casi di “vigile sorveglianza”.

Non bisogna dimenticare però che, accanto alle forme a crescita lenta, ne esistono altre aggressive con tendenza a metastatizzare; secondo molte statistiche, tutti gli italiani maschi con più di 65 anni hanno il 3% di probabilità di morire a causa di questa malattia.

Non bisogna dimenticare che le cause esatte di questa forma tumorale non sono ancora completamente chiare, anche se numerose ricerche hanno identificato alcuni fattori predisponenti responsabili di lesioni precancerose con tendenza ad evolvere.

Quali sono le cause del tumore alla prostata

A livello generale, si può dire che questo tumore, analogamente a molti altri, insorge quando si verifica una crescita anomala ed incontrollata degli elementi cellulari.

Un evento del genere dipende da fattori genetici che provocano un’alterazione dei meccanismi di controllo su ciclo biologico delle cellule, probabilmente sono coinvolti gli acidi nucleici presenti nel nucleo che, in seguito a mutazioni, non sono più in grado di controllare correttamente la divisione delle cellule. Per questo motivo esse proliferano senza nessun freno, consentendo lo sviluppo di masse tumorali prostatiche.

Tra i fattori di rischio vi sono l’età avanzata,

  • la famigliarità,
  • la sedentarietà,
  • un’alimentazione ricca di grassi saturi,
  • un’elevata frequenza di prostatiti batteriche.

Quali sono i sintomi del cancro della prostata

psa test prostataNelle sue fasi iniziali, il carcinoma prostatico è asintomatico ed è proprio per questo motivo che difficilmente si può avere una diagnosi precoce. Sarebbe buona regola che tutti gli uomini al di sopra dei quarant’anni si sottoponessero ad un controllo urologico annuale, completato con il dosaggio del PSA (dosaggio dell’antigene prostatico specifico).

Negli ultimi tempi si è sempre maggiormente diffuso lo screening per il tumore della prostata che, con un semplice esame del sangue, consente di identificare situazioni anomale in base al dosaggio dell’antigene prostatico specifico.

Nelle fasi successive, la neoplasia si associa ai seguenti sintomi:

  • problemi della minzione;
  • difficoltà a urinare;
  • stimolo frequente soprattutto durante la notte (nicturia);
  • flusso debole e intermittente;
  • impossibilità di svuotare completamente la vescica;
  • dolore durante i rapporti sessuali;
  • bruciore;
  • senso di pesantezza alla pelvi;
  • presenza di sangue nello sperma;
  • presenza di sangue nelle urine (ematuria).

Quali sono le conseguenze principali

In molti casi il paziente presenta una più o meno marcata disfunzione erettile, accompagnata di solito da eiaculazione dolorosa.

Con il passare del tempo, la malattia può causare:

  • disappetenza e perdita di peso;
  • malessere generalizzato;
  • dolore alla schiena, al bacino e ai fianchi.

Il tumore alla prostata provoca metastasi ai linfonodi del bacino, che rappresentano la prima stazione di proliferazione delle cellule maligne. Successivamente esse vanno a colonizzare il tessuto osseo della colonna vertebrale, del femore e delle costole, causando dolore anche molto intenso.

Come si effettua la diagnosi del tumore della prostata

Il tumore alla prostata si combatte con la prevenzione e con la diagnosi precoce che prevede una serie di esami specifici. Questi due punti sono molto importanti soprattutto la prevenzione che va fatta a partire già dai 40 anni. Molto spesso infatti quando il soggetto avverte i primi sintomi è già in atto l’infiammazione della prostata che il più delle volte si trasforma in tumore.

Una diagnosi accurata ed efficace si esegue attraverso questi tre test:

  • test del PSA: è un indicatore importante per tenere sotto controllo l’evoluzione della malattia nel tempo;
  • Gravità: indica la gravità della malattia attraverso due parametri: grading e lo stadio della malattia;
  • Classi di rischio: vengono definite delle classi che indicano la pericolosità della malattia in funzione delle caratteristiche istologiche del tumore e ai valori del PSA.

Vediamo ora quali sono i due approcci da fare:

Primo approccio clinico

Per diagnosticare il carcinoma prostatico si procede per gradi: il primo step prevede una serie di esami del sangue, tra cui il dosaggio del PSA che, quando supera il valore di 4 nanogrammi per millilitro, costituisce sempre una spia d’allarme.

Tra i sessanta e gli ottant’anni comunque viene accettato anche l’intervallo di valori compresi tra 4 e 7 nanogrammi per millilitro, che, dopo gli ottant’anni, possono arrivare fino a 10 nanogrammi per millilitro.
Al di sopra di questo valore è necessario approfondire la situazione del paziente poiché potrebbe essere in atto una forma neoplastica.

Secondo approccio clinico

Il secondo stadio di indagini prevede una visita urologica, consistente nella digito-palpazione della prostata, che l’urologo effettua per via rettale. Qualora lo specialista evidenziasse la presenza di noduli oppure di zone più dure al tatto, di solito può consigliare ulteriori accertamenti.

Se il dosaggio del PSA è alto e la visita urologica ha evidenziato anomalie, si possono seguire due strade: da un lato la biopsia, dall’altro la risonanza multi-parametrica.

Classi di rischio

Le classi di rischio sono sei e sono definite in base alle caratteristiche istologiche del tumore e ai valori del PSA. La classe di rischio mette in relazione i dati relativi all’estensione del tumore (stadio con valori TNM), i valori del test del PSA e i valori di grading (definito con la scala di Gleason) ovvero la diversità delle cellule tumorali. In base a questi tre valori viene stipulata una tabella con le classi di rischio che serve poi al medico oncologo per definire la terapia migliore.

Classi di rischio

Stadio

Punteggio di Gleason

PSA

(ng/mL)

Molto basso

T 1c

≤3+3

≤10

Basso

T 1-2a

≤3+3

<10

Intermedio

T 2b-2c

≤3+4

10-20

Alto

T 3a

≤4+3

>20

Molto Alto

T ab-4

qualsiasi

qualsiasi

Presenza di metastasi

N+ e/o M*

qualsiasi

qualsiasi

Qual’è il trattamento del tumore della prostata

In caso di tumore della prostata, l’iter terapeutico prevede l’asportazione della massa cancerogena e la chemioterapia o radioterapia. L’operazione chirurgica può essere effettuata secondo i tradizionali metodi a cielo aperto oppure per via endoscopica (TURP).

La chemioterapia è indicata soltanto su soggetti giovani poiché gli effetti collaterali sono spesso incompatibili con l’età avanzata; sicuramente più maneggevole è la radioterapia, che può essere associata all’assunzione di farmaci inibenti la sintesi di testosterone.

Per pazienti molto anziani è indicata una terapia a base di medicinali in grado di bloccare la sintesi del testosterone, interrompendo così l’iperstimolazione delle cellule prostatiche.

La biopsia prostatica e la risonanza multiparametrica

La biopsia prostatica consiste in una serie di prelievi multipli che vengono effettuati per via rettale a vari livelli della prostata: in questo modo il materiale prelevato può essere analizzato al microscopio per evidenziare la presenza di cellule maligne. Questo è senza dubbio l’esame più preciso ed attendibile per diagnosticare con certezza la presenza di una neoplasia.

La risonanza multiparametrica è un esame radiologico con mezzo di contrasto in grado di evidenziare la presenza di aree infiammate oppure degenerate.

Come prevenire il tumore alla prostata

La prostatite è l’infiammazione della prostata che è una ghiandola che sta sopra la vescica ed è circondata dall’uretra. La prostata, a seguito di svariate cause, può col tempo ingrossarsi o infiammarsi e oltre a provocare dolore e rischia anche di intaccare gli organi vicino e di trasformarsi in carcinoma.

Molto spesso la prostatite è causata da fattori esterni dovuti allo stile di vita, quali cattiva alimentazione, abuso di alcol e fumo, vita sedentaria, etc. Quindi per prevenire il tumore alla prostata prima di tutto bisogna necessariamente agire su quelle che sono le nostre abitudini quotidiane. Quindi mangiare sano e poco, fare sport e attività fisica regolare e associare alla dieta integratori alimentari in grado di eliminare i problemi della prostata.

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